Il sapore delle more
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Italian › Games
Rating:
Adult ++
Chapters:
7
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886
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Disclaimer:
I do not own the games(s) that this fanfiction is written for, nor any of the characters from it. I do not make any money from the writing of this story.
Il sapore delle more
Disclaimer: i personaggi di TOS non sono miei, purtroppo. NB: YAOI/INCEST/SPOILER!!! So bene cosa sono Kratos e Lloyd, perciò se non vi piace il pairing e se non avete finito il gioco, non leggete.
Era buio pesto intorno a lui, quella notte.
Non c'erano stelle nel cielo, offuscato da dense nubi.
Solo il bagliore pallido della luna si intravvedeva, a tratti, tra uno squarcio cupo e l'altro.
Dopo una giornata estenuante di viaggio senza alcuna sosta, intermezzato solo da sporadici combattimenti, si erano accampati nei pressi del lago dell'unicorno.
Un posto abbastanza tranquillo, riparato tra le montagne. Lì sarebbero stati al sicuro, aveva assicurato Raine. E quando parlava la prof c'era poco da obiettare...
" Si ma io non mi sento tranquillo lo stesso. Non so perchè ma questo posto, di notte, non mi piace. "
Disse Lloyd tra sé, mentre attizzava il fuoco e si stringeva nella coperta.
Il clima era davvero intransigente, l'umidità nell'aria gli entrava nelle ossa e il cielo non accennava a rischiararsi. Nero come la pece, come un pozzo senza fondo, che se non fosse stato per la luce del fuoco in quell'oscurità non avrebbe visto a un palmo dal naso.
Improvvisamente una, poi due, tre gocce d'acqua si infransero sulla sua fronte.
" Huh? Cos'è stato? "
Prima che potesse realizzare cosa stesse accadendo, venne travolto da un fulmineo acquazzone che gli si rovesciò addosso come una grande cascata.
Il fuoco iniziò a sfrigolare e esalò il suo ultimo respiro in una nuvoletta grigia.
" Dannazione! L'avevo detto io, che non mi sentivo a mio agio!! "
Protestò Lloyd, cercando di imbacuccarsi alla bell'e meglio nella coperta per proteggersi dallo scroscio d'acqua.
Il fuoco l'aveva lasciato in balia dell'oscurità.
" Fantastico! "
Decisamente non era il suo giorno fortunato.
Procedendo a tentoni cercò di localizzare mentalmente la posizione della sua tenda: non doveva essere distante, ma doveva stare altrettanto attento a non inciampare in radici, sassi e cespugli.
" Vediamo, era qui sulla destra... no questo è un albero... allora più a sinistra..."
Finalmente le sue mani accarezzarono la tela ruvida della tenda. Raggiunse la zip e si infilò dentro richiudendosi il passaggio alle spalle.
Ma se fuori era buio, nella tenda era buio pesto.
Allungò una mano in cerca della sua torcia, l'aveva lasciata accanto al cuscino, doveva essere lì. Con sua grande sorpresa, però, la tenda si illuminò da sola.
" Che succede? "
Chiese Kratos puntandogli la luce negli occhi.
" Aaah!!!! Hey.... mi hai spaventato! "
Rispose Lloyd con il cuore in gola.
Kratos sospirò e appoggiò la torcia in un angolo. Solo allora Lloyd si rese conto che quella non era affatto la sua tenda, bensì quella di Kratos.
" Sei zuppo dalla testa ai piedi...ti è venuta voglia di un bagno notturno? "
Commentò il mercenario, notando che gli aveva ormai infradiciato mezza tenda.
" Di fuori sta piovendo a dirotto. "
Si giustificò Lloyd abbassando lo sguardo. Le sue guance si dipinsero di scarlatto e un'espressione imbarazzata gli si disegnò sul volto.
Kratos conosceva quell'espressione, era la stessa di Anna, quando bruciava il pranzo per assecondare Lloyd in un nuovo gioco.
" Puoi restare, se vuoi. "
Concluse Kratos rigirandosi tra le coperte e simulando un sonno pesante che in realtà non aveva affatto.
Gli angeli di Cruxis non hanno il bisogno biologico di dormire ma del resto chi glielo negava un sonnellino? Era in un certo senso rassicurante...per un po' non avrebbe pensato al passato, ai suoi errori, alle conseguenze delle sue azioni, a...
" Etciù!! "
Vi fu un attimo di silenzio.
" Brrrrrr...Eeerrrtttciùùùù!! Eeeettcciùùùùù!! "
Kratos si voltò a guardare il ragazzo avviluppato nella coperta fradicia e capì che anche questa volta doveva dire addio ai suoi sogni di pace e tranquillità.
" Che diavolo fai, ti prenderà un accidente se resti con quella coperta bagnata addosso! "
Esclamò, mettendosi a sedere.
Lloyd lo fissò perplesso.
" Ma se me la tolgo ho ancora più freddo!"
Kratos gliela strappò di dosso e la gettò in un angolo.
" Suppongo che Dirk non ti abbia mai insegnato che in questi casi gli abiti bagnati vanno rimossi immediatamente, altrimenti non ti asciugherai mai... "
Lloyd parve un po' riluttante, ma decise di dargli ascolto, anche se di malavoglia.
" Sai sempre tutto, tu! "
Lo apostrofò scocciato, liberandosi della casacca e degli stivali.
Kratos si rigirò nuovamente nelle coperte, deciso a crogiolarsi nell'oblio del sonno.
" Devo togliermi anche questi? "
A questo punto si chiese se la sua demenza fosse congenita o se fosse il risultato di essere stato cresciuto da un nano.
Si voltò e lo vide, imbarazzato al massimo, mentre tirava un lembo dei pantaloni, fradici.
" Certo. Non vedi che grondano acqua, Lloyd? "
Il ragazzo obbedì in silenzio.
Kratos si mise supino e chiuse gli occhi. Stavolta si sarebbe addormentato sul serio...
" Ehm... Kratos...? "
La santa pazienza della dea Martel lo persuase a restare calmo.
" Che c'è ancora ? "
" Ho freddo..."
L'angelo di Cruxis aprì gli occhi e esaminò con lo sguardo la figura intirizzita che si stringeva nelle spalle, tutta tremante. La sua pelle liscia brillava alla luce fioca della lampada, e riflessi color pesca ne esaltavano le fattezze.
Quel ragazzo sembrava aver rubato tutta la bellezza di Anna.
Quando lo guardava, la vedeva rivivere in lui.
" D'accordo, vieni. Qui starai al caldo. "
Disse, facendosi più in là e porgendogli parte del piumone.
Lloyd non se lo fece ripetere due volte e si infilò sotto le coperte. Aveva ancora dei brividi di freddo, e il tepore delle coperte lo accolse generosamente, ma non sembrava sufficiente a scacciarli via.
Il ragazzo si sfregava il petto alla velocità della luce nel tentativo di scaldarsi.
Kratos chiuse gli occhi e si voltò, deciso a non rigirarsi più per nessun motivo. Ci teneva a tenere un certo distacco da Lloyd, oppure sarebbe stato ancora più difficile...
" Oddio che freddo..brrr...."
Lloyd, ormai sprofondato sotto le coperte, stava adesso cercando di scaldarsi le mani con il respiro caldo.
" *Sigh*...Morirò di freddo...Lloyd Irving, grande spadaccino, eroe leggendario, morto quasi alla fine del viaggio di rigenerazione del mondo. Per via di un'acquazzone...."
Kratos cercò di non fare caso al mare di sciocchezze che Lloyd stava argomentando. Tuttavia gli fu impossibile, per via dei suoi continui lamenti.
" La vuoi finire o no?!"
Lo rimproverò infuriato incenerendolo con lo sguardo.
" Ma Kratos, sto diventando un ghiacciolo...!"
" Hai freddo anche sotto tre metri di coperta?"
Il ragazzo annuì con sguardo da cane bastonato.
Il mercenario sbuffò, guardandosi in giro: non c'era niente che potesse dargli per scaldarlo.
" Spiacente, non ci sono altre coperte."
Sentenziò.
Allora Lloyd si avvicinò con un colpo di fianchi azzerando la distanza che li separava tutto d'un botto.
Kratos gli scoccò un'occhiata interrogativa.
" Ti dispiace se..."
Iniziò a dire Lloyd grattandosi la nuca, mentre il suo sguardo vagava da un angolo all'altro della tenda.
" Bè, tanto mi sembra che tu abbia già deciso, no?"
Concluse Kratos rassegnato.
Lloyd sorrise mostrando i denti bianchi, poi si accoccolò contro di lui come un gatto in poltrona.
Teso e a disagio per quell'improvviso contatto, Kratos sperava in un improvviso attacco di sonno, di quelli che ti prendono sul colpo e ti trascinano di peso nel mondo dei sogni.
- Una parola, per un serafino...-
Pensò, portandosi una mano alla fronte.
Lloyd si era praticamente spalmato sul suo petto. Ogni tanto un piccolo brivido lo scuoteva, e lui si muoveva, strusciandoglisi contro in cerca di calore.
Dire che Kratos era imbarazzato era dire poco.
- E menomale che dovevo mantenere le distanze da lui...-
Pensò, rimboccandogli le coperte sul collo sottile.
A quella mossa, Lloyd mugugnò, e per tutta risposta lo strinse in un abbraccio.
Kratos rimase immobile, sentendo l'impellente necessità di fuggire via in ogni cellula del suo corpo. Sentiva che quella vicinanza lo disturbava perchè risvegliava in lui qualcosa che aveva seppellito molto tempo prima. Ma se si fosse mosso anche solo di un centimetro l'avrebbe svegliato. Ormai era in ballo, e doveva ballare.
" Che mi resta da fare, a questo punto?"
Disse a bassa voce, appoggiando una mano sulla nuca di Lloyd. Iniziò ad accarezzarla con delicatezza, come faceva sempre quando era piccolo e piangeva, perchè non voleva dormire da solo.
Si ricordò di quando, in uno dei loro frequenti, folli, spostamenti si erano ritrovati a sostare nei pressi di quello stesso lago.
Lloyd aveva più o meno due anni e mezzo, e anche quella sera pioveva. Avrebbe voluto portarlo fuori con sé a vedere le stelle, come d'abitudine, ma il cielo era coperto e non si vedeva nulla, oltre la pioggia.
Quella sera Lloyd aveva pianto molto, e i tentativi di Anna di distrarlo con questo o quel giocattolo erano risultati vani.
Allora Kratos era uscito sotto la pioggia ed era tornato con un barattolo pieno zeppo di more.
Rivisse quel momento sorridendo leggermente, e le sue braccia si strinsero sulla vita di suo figlio mentre si addormentava trai ricordi.
Era buio pesto intorno a lui, quella notte.
Non c'erano stelle nel cielo, offuscato da dense nubi.
Solo il bagliore pallido della luna si intravvedeva, a tratti, tra uno squarcio cupo e l'altro.
Dopo una giornata estenuante di viaggio senza alcuna sosta, intermezzato solo da sporadici combattimenti, si erano accampati nei pressi del lago dell'unicorno.
Un posto abbastanza tranquillo, riparato tra le montagne. Lì sarebbero stati al sicuro, aveva assicurato Raine. E quando parlava la prof c'era poco da obiettare...
" Si ma io non mi sento tranquillo lo stesso. Non so perchè ma questo posto, di notte, non mi piace. "
Disse Lloyd tra sé, mentre attizzava il fuoco e si stringeva nella coperta.
Il clima era davvero intransigente, l'umidità nell'aria gli entrava nelle ossa e il cielo non accennava a rischiararsi. Nero come la pece, come un pozzo senza fondo, che se non fosse stato per la luce del fuoco in quell'oscurità non avrebbe visto a un palmo dal naso.
Improvvisamente una, poi due, tre gocce d'acqua si infransero sulla sua fronte.
" Huh? Cos'è stato? "
Prima che potesse realizzare cosa stesse accadendo, venne travolto da un fulmineo acquazzone che gli si rovesciò addosso come una grande cascata.
Il fuoco iniziò a sfrigolare e esalò il suo ultimo respiro in una nuvoletta grigia.
" Dannazione! L'avevo detto io, che non mi sentivo a mio agio!! "
Protestò Lloyd, cercando di imbacuccarsi alla bell'e meglio nella coperta per proteggersi dallo scroscio d'acqua.
Il fuoco l'aveva lasciato in balia dell'oscurità.
" Fantastico! "
Decisamente non era il suo giorno fortunato.
Procedendo a tentoni cercò di localizzare mentalmente la posizione della sua tenda: non doveva essere distante, ma doveva stare altrettanto attento a non inciampare in radici, sassi e cespugli.
" Vediamo, era qui sulla destra... no questo è un albero... allora più a sinistra..."
Finalmente le sue mani accarezzarono la tela ruvida della tenda. Raggiunse la zip e si infilò dentro richiudendosi il passaggio alle spalle.
Ma se fuori era buio, nella tenda era buio pesto.
Allungò una mano in cerca della sua torcia, l'aveva lasciata accanto al cuscino, doveva essere lì. Con sua grande sorpresa, però, la tenda si illuminò da sola.
" Che succede? "
Chiese Kratos puntandogli la luce negli occhi.
" Aaah!!!! Hey.... mi hai spaventato! "
Rispose Lloyd con il cuore in gola.
Kratos sospirò e appoggiò la torcia in un angolo. Solo allora Lloyd si rese conto che quella non era affatto la sua tenda, bensì quella di Kratos.
" Sei zuppo dalla testa ai piedi...ti è venuta voglia di un bagno notturno? "
Commentò il mercenario, notando che gli aveva ormai infradiciato mezza tenda.
" Di fuori sta piovendo a dirotto. "
Si giustificò Lloyd abbassando lo sguardo. Le sue guance si dipinsero di scarlatto e un'espressione imbarazzata gli si disegnò sul volto.
Kratos conosceva quell'espressione, era la stessa di Anna, quando bruciava il pranzo per assecondare Lloyd in un nuovo gioco.
" Puoi restare, se vuoi. "
Concluse Kratos rigirandosi tra le coperte e simulando un sonno pesante che in realtà non aveva affatto.
Gli angeli di Cruxis non hanno il bisogno biologico di dormire ma del resto chi glielo negava un sonnellino? Era in un certo senso rassicurante...per un po' non avrebbe pensato al passato, ai suoi errori, alle conseguenze delle sue azioni, a...
" Etciù!! "
Vi fu un attimo di silenzio.
" Brrrrrr...Eeerrrtttciùùùù!! Eeeettcciùùùùù!! "
Kratos si voltò a guardare il ragazzo avviluppato nella coperta fradicia e capì che anche questa volta doveva dire addio ai suoi sogni di pace e tranquillità.
" Che diavolo fai, ti prenderà un accidente se resti con quella coperta bagnata addosso! "
Esclamò, mettendosi a sedere.
Lloyd lo fissò perplesso.
" Ma se me la tolgo ho ancora più freddo!"
Kratos gliela strappò di dosso e la gettò in un angolo.
" Suppongo che Dirk non ti abbia mai insegnato che in questi casi gli abiti bagnati vanno rimossi immediatamente, altrimenti non ti asciugherai mai... "
Lloyd parve un po' riluttante, ma decise di dargli ascolto, anche se di malavoglia.
" Sai sempre tutto, tu! "
Lo apostrofò scocciato, liberandosi della casacca e degli stivali.
Kratos si rigirò nuovamente nelle coperte, deciso a crogiolarsi nell'oblio del sonno.
" Devo togliermi anche questi? "
A questo punto si chiese se la sua demenza fosse congenita o se fosse il risultato di essere stato cresciuto da un nano.
Si voltò e lo vide, imbarazzato al massimo, mentre tirava un lembo dei pantaloni, fradici.
" Certo. Non vedi che grondano acqua, Lloyd? "
Il ragazzo obbedì in silenzio.
Kratos si mise supino e chiuse gli occhi. Stavolta si sarebbe addormentato sul serio...
" Ehm... Kratos...? "
La santa pazienza della dea Martel lo persuase a restare calmo.
" Che c'è ancora ? "
" Ho freddo..."
L'angelo di Cruxis aprì gli occhi e esaminò con lo sguardo la figura intirizzita che si stringeva nelle spalle, tutta tremante. La sua pelle liscia brillava alla luce fioca della lampada, e riflessi color pesca ne esaltavano le fattezze.
Quel ragazzo sembrava aver rubato tutta la bellezza di Anna.
Quando lo guardava, la vedeva rivivere in lui.
" D'accordo, vieni. Qui starai al caldo. "
Disse, facendosi più in là e porgendogli parte del piumone.
Lloyd non se lo fece ripetere due volte e si infilò sotto le coperte. Aveva ancora dei brividi di freddo, e il tepore delle coperte lo accolse generosamente, ma non sembrava sufficiente a scacciarli via.
Il ragazzo si sfregava il petto alla velocità della luce nel tentativo di scaldarsi.
Kratos chiuse gli occhi e si voltò, deciso a non rigirarsi più per nessun motivo. Ci teneva a tenere un certo distacco da Lloyd, oppure sarebbe stato ancora più difficile...
" Oddio che freddo..brrr...."
Lloyd, ormai sprofondato sotto le coperte, stava adesso cercando di scaldarsi le mani con il respiro caldo.
" *Sigh*...Morirò di freddo...Lloyd Irving, grande spadaccino, eroe leggendario, morto quasi alla fine del viaggio di rigenerazione del mondo. Per via di un'acquazzone...."
Kratos cercò di non fare caso al mare di sciocchezze che Lloyd stava argomentando. Tuttavia gli fu impossibile, per via dei suoi continui lamenti.
" La vuoi finire o no?!"
Lo rimproverò infuriato incenerendolo con lo sguardo.
" Ma Kratos, sto diventando un ghiacciolo...!"
" Hai freddo anche sotto tre metri di coperta?"
Il ragazzo annuì con sguardo da cane bastonato.
Il mercenario sbuffò, guardandosi in giro: non c'era niente che potesse dargli per scaldarlo.
" Spiacente, non ci sono altre coperte."
Sentenziò.
Allora Lloyd si avvicinò con un colpo di fianchi azzerando la distanza che li separava tutto d'un botto.
Kratos gli scoccò un'occhiata interrogativa.
" Ti dispiace se..."
Iniziò a dire Lloyd grattandosi la nuca, mentre il suo sguardo vagava da un angolo all'altro della tenda.
" Bè, tanto mi sembra che tu abbia già deciso, no?"
Concluse Kratos rassegnato.
Lloyd sorrise mostrando i denti bianchi, poi si accoccolò contro di lui come un gatto in poltrona.
Teso e a disagio per quell'improvviso contatto, Kratos sperava in un improvviso attacco di sonno, di quelli che ti prendono sul colpo e ti trascinano di peso nel mondo dei sogni.
- Una parola, per un serafino...-
Pensò, portandosi una mano alla fronte.
Lloyd si era praticamente spalmato sul suo petto. Ogni tanto un piccolo brivido lo scuoteva, e lui si muoveva, strusciandoglisi contro in cerca di calore.
Dire che Kratos era imbarazzato era dire poco.
- E menomale che dovevo mantenere le distanze da lui...-
Pensò, rimboccandogli le coperte sul collo sottile.
A quella mossa, Lloyd mugugnò, e per tutta risposta lo strinse in un abbraccio.
Kratos rimase immobile, sentendo l'impellente necessità di fuggire via in ogni cellula del suo corpo. Sentiva che quella vicinanza lo disturbava perchè risvegliava in lui qualcosa che aveva seppellito molto tempo prima. Ma se si fosse mosso anche solo di un centimetro l'avrebbe svegliato. Ormai era in ballo, e doveva ballare.
" Che mi resta da fare, a questo punto?"
Disse a bassa voce, appoggiando una mano sulla nuca di Lloyd. Iniziò ad accarezzarla con delicatezza, come faceva sempre quando era piccolo e piangeva, perchè non voleva dormire da solo.
Si ricordò di quando, in uno dei loro frequenti, folli, spostamenti si erano ritrovati a sostare nei pressi di quello stesso lago.
Lloyd aveva più o meno due anni e mezzo, e anche quella sera pioveva. Avrebbe voluto portarlo fuori con sé a vedere le stelle, come d'abitudine, ma il cielo era coperto e non si vedeva nulla, oltre la pioggia.
Quella sera Lloyd aveva pianto molto, e i tentativi di Anna di distrarlo con questo o quel giocattolo erano risultati vani.
Allora Kratos era uscito sotto la pioggia ed era tornato con un barattolo pieno zeppo di more.
Rivisse quel momento sorridendo leggermente, e le sue braccia si strinsero sulla vita di suo figlio mentre si addormentava trai ricordi.