Il sapore delle more
folder
Italian › Games
Rating:
Adult ++
Chapters:
7
Views:
887
Reviews:
1
Recommended:
0
Currently Reading:
0
Category:
Italian › Games
Rating:
Adult ++
Chapters:
7
Views:
887
Reviews:
1
Recommended:
0
Currently Reading:
0
Disclaimer:
I do not own the games(s) that this fanfiction is written for, nor any of the characters from it. I do not make any money from the writing of this story.
Capitolo V
La sera non tardò ad arrivare, accendendo di rosso l'intera volta del cielo.
L'acqua del lago rifletteva guizzi d'arancio e carminio, e un leggero vento spirava da ovest, facendo mormorare le fronde degli alberi.
Il sole moriva e con lui la caoticità del giorno sembrava essersi placata, lasciando spazio a un quieto momento di transizione.
Gli occhi di LLoyd si aprirono lentamente, le sue palpebre sbatterono un po', e dalla sua bocca fuoriuscì un lamento.
" Ti senti meglio?"
Chiese la voce confortante di Raine, seduta al capezzale del suo futon.
" Hmmm... mi fa male la pancia.... e ho un forte mal di testa...."
" Ringrazia il cielo di poterti ancora lamentare."
Aggiunse Genis, che entrava in quel momento, ma fu subito incenerito da uno sguardo di rimprovero della prof.
Lloyd si guardò attorno e riconobbe la tenda di Kratos. I suoi occhi vagarono a destra e a manca, percorrendone l'intero spazio.
" Lui non c'è, se ne sta a guardare il lago da questo pomeriggio."
Rispose Raine intuendo la sua tacita domanda.
Lloyd annuì, e il suo sguardo si spense.
" Senti Lloyd, adesso io e Genis ce ne andiamo. Sono certa che tu e Kratos dobbiate dirvi tante cose..."
Vi fu un attimo di silenzio.
" Ah, e ...Lloyd... scusa..."
Disse Raine prima di sparire dietro lo zip della tenda.
Il ragazzo sorrise di rimando, pensando che quelle stesse parole avrebbe voluto sentirsele dire da qualcun'altro. La prof non doveva certo scusarsi, non l'aveva fatto apposta.
Del resto, quando aveva messo in bocca la torta alle more, era perfettamente cosciente di quello a cui sarebbe andato incontro.
La tenda si riaprì e Kratos fece il suo ingresso, la solita faccia inespressiva, i soliti occhi gelidi.
Si limitò a sedersi dove prima c'era Raine e a gettare una rapida occhiata su di lui.
" Come stai?"
Chiese. La sua voce era fredda e scostante.
" Che ti importa di come sto?"
Rispose Lloyd voltandosi dall'altra parte.
" Mi importa perchè tu sei mio..figlio."
Su quella parola si soffermò, facendo una pausa, come se scottasse.
E a Lloyd scottava eccome, perchè definiva un vincolo tra di loro, riportandolo a quello che doveva essere il suo ruolo corretto.
" Certo...ti importa solo per questo."
Replicò Lloyd con voce atona.
Kratos si portò una mano alla fronte. Quella conversazione stava prendendo una brutta piega, ma non se la sentiva di essere troppo duro con Lloyd in quelle condizioni.
Cosa poteva inventarsi?
" Non sei obbligato a star qui, adesso mi sento meglio, perciò..."
Lloyd iniziò a imbastire un discorso, ma un attacco di tosse gli impedì di concluderlo.
Il serafino si precipitò su di lui, girandolo a pancia in su e esortandolo a respirare.
Tossicchiò per un po', poi riprese a respirare regolarmente, ma i suoi occhi erano bassi, sfuggevoli.
" Guardami."
Kratos pronunciò quella parola tradendo una certa apprensione.
Poi le sue dita scivolarono sotto il mento del ragazzo, sollevandolo con garbo.
Le ciglia terse di Lloyd si schiusero lentamente e i suoi occhi di rubino si piantarono in quelli di Kratos.
" Ascolta, Lloyd, cerca di capirmi. Non posso assolutamente permettere che tu venga coinvolto in questo modo, a soli 18 anni...non posso essere io a portarti sulla cattiva strada, solo perchè..."
" Solo perchè volevi divertirti, giusto?"
Continuò Lloyd, che non riusciva a farsene una ragione.
" No. Le cose non stanno esattamente così."
Vi fu un momento di stasi, in cui Lloyd giurò di sentire il cuore picchiare all'impazzata contro il petto, quasi volesse scappar fuori.
" Lloyd, ascoltami. Tu sei giovane, hai la vita davanti.
Probabilmente questo è uno dei tanti errori che commetterai in questo periodo così delicato. Probabilmente al momento senti di essere attratto da me, ma non può essere nulla di serio, capisci?
E' una cosa momentanea, ti troverai una brava ragazza che sappia prendersi cura di te e...."
Lloyd partì subito in contropiede.
" Come sarebbe a dire?! E tu che ne sai di quello che provo io? Chi ti dice che per me sia solo una cosa momentanea? Ti stai sbagliando!"
" Me lo dice l'esperienza, Lloyd."
" Ah si? E a me lo dice il cuore, invece."
Kratos osservò suo figlio incurvando le sopracciglia. Lo stava mettendo in difficoltà e la sua tenacia non dava cenni di resa. Proprio come Anna, pensò.
" Come stanno le cose, Kratos? Dimmelo, ti prego. Voglio sapere la verità."
Le mani di Kratos scivolarono lungo la schiena del ragazzo e lo attirarono a sé. Rimasero abbracciati così per un po', a occhi chiusi.
" Lloyd, prima nella foresta ho mentito. L'ho fatto per difenderti da me, e da questo sentimento sbagliato, che mi porto dentro. Ma non possiamo, cerca di capirmi!
Che razza di mostro sarei se mi lasciassi andare e ti coinvolgessi in questa storia? Che padre sarei?"
L'abbraccio di Lloyd si fece più stretto.
" Non dirmi queste cose come se non avessi una testa per decidere.
E non credere che per me sia solo una semplice cotta."
Fece una pausa, si staccò da Kratos e tornò a fissarlo negli occhi.
" Perchè dovrebbe essere sbagliato, se quello che provo per te non è altro che amore?
Che importa se abbiamo un legame di sangue, io ti amo lo stesso, ti amo dal primo momento in cui sei entrato nella mia vita.
L'amore che provo per te è qualcosa di più del semplice affetto per un genitore."
L'acqua del lago rifletteva guizzi d'arancio e carminio, e un leggero vento spirava da ovest, facendo mormorare le fronde degli alberi.
Il sole moriva e con lui la caoticità del giorno sembrava essersi placata, lasciando spazio a un quieto momento di transizione.
Gli occhi di LLoyd si aprirono lentamente, le sue palpebre sbatterono un po', e dalla sua bocca fuoriuscì un lamento.
" Ti senti meglio?"
Chiese la voce confortante di Raine, seduta al capezzale del suo futon.
" Hmmm... mi fa male la pancia.... e ho un forte mal di testa...."
" Ringrazia il cielo di poterti ancora lamentare."
Aggiunse Genis, che entrava in quel momento, ma fu subito incenerito da uno sguardo di rimprovero della prof.
Lloyd si guardò attorno e riconobbe la tenda di Kratos. I suoi occhi vagarono a destra e a manca, percorrendone l'intero spazio.
" Lui non c'è, se ne sta a guardare il lago da questo pomeriggio."
Rispose Raine intuendo la sua tacita domanda.
Lloyd annuì, e il suo sguardo si spense.
" Senti Lloyd, adesso io e Genis ce ne andiamo. Sono certa che tu e Kratos dobbiate dirvi tante cose..."
Vi fu un attimo di silenzio.
" Ah, e ...Lloyd... scusa..."
Disse Raine prima di sparire dietro lo zip della tenda.
Il ragazzo sorrise di rimando, pensando che quelle stesse parole avrebbe voluto sentirsele dire da qualcun'altro. La prof non doveva certo scusarsi, non l'aveva fatto apposta.
Del resto, quando aveva messo in bocca la torta alle more, era perfettamente cosciente di quello a cui sarebbe andato incontro.
La tenda si riaprì e Kratos fece il suo ingresso, la solita faccia inespressiva, i soliti occhi gelidi.
Si limitò a sedersi dove prima c'era Raine e a gettare una rapida occhiata su di lui.
" Come stai?"
Chiese. La sua voce era fredda e scostante.
" Che ti importa di come sto?"
Rispose Lloyd voltandosi dall'altra parte.
" Mi importa perchè tu sei mio..figlio."
Su quella parola si soffermò, facendo una pausa, come se scottasse.
E a Lloyd scottava eccome, perchè definiva un vincolo tra di loro, riportandolo a quello che doveva essere il suo ruolo corretto.
" Certo...ti importa solo per questo."
Replicò Lloyd con voce atona.
Kratos si portò una mano alla fronte. Quella conversazione stava prendendo una brutta piega, ma non se la sentiva di essere troppo duro con Lloyd in quelle condizioni.
Cosa poteva inventarsi?
" Non sei obbligato a star qui, adesso mi sento meglio, perciò..."
Lloyd iniziò a imbastire un discorso, ma un attacco di tosse gli impedì di concluderlo.
Il serafino si precipitò su di lui, girandolo a pancia in su e esortandolo a respirare.
Tossicchiò per un po', poi riprese a respirare regolarmente, ma i suoi occhi erano bassi, sfuggevoli.
" Guardami."
Kratos pronunciò quella parola tradendo una certa apprensione.
Poi le sue dita scivolarono sotto il mento del ragazzo, sollevandolo con garbo.
Le ciglia terse di Lloyd si schiusero lentamente e i suoi occhi di rubino si piantarono in quelli di Kratos.
" Ascolta, Lloyd, cerca di capirmi. Non posso assolutamente permettere che tu venga coinvolto in questo modo, a soli 18 anni...non posso essere io a portarti sulla cattiva strada, solo perchè..."
" Solo perchè volevi divertirti, giusto?"
Continuò Lloyd, che non riusciva a farsene una ragione.
" No. Le cose non stanno esattamente così."
Vi fu un momento di stasi, in cui Lloyd giurò di sentire il cuore picchiare all'impazzata contro il petto, quasi volesse scappar fuori.
" Lloyd, ascoltami. Tu sei giovane, hai la vita davanti.
Probabilmente questo è uno dei tanti errori che commetterai in questo periodo così delicato. Probabilmente al momento senti di essere attratto da me, ma non può essere nulla di serio, capisci?
E' una cosa momentanea, ti troverai una brava ragazza che sappia prendersi cura di te e...."
Lloyd partì subito in contropiede.
" Come sarebbe a dire?! E tu che ne sai di quello che provo io? Chi ti dice che per me sia solo una cosa momentanea? Ti stai sbagliando!"
" Me lo dice l'esperienza, Lloyd."
" Ah si? E a me lo dice il cuore, invece."
Kratos osservò suo figlio incurvando le sopracciglia. Lo stava mettendo in difficoltà e la sua tenacia non dava cenni di resa. Proprio come Anna, pensò.
" Come stanno le cose, Kratos? Dimmelo, ti prego. Voglio sapere la verità."
Le mani di Kratos scivolarono lungo la schiena del ragazzo e lo attirarono a sé. Rimasero abbracciati così per un po', a occhi chiusi.
" Lloyd, prima nella foresta ho mentito. L'ho fatto per difenderti da me, e da questo sentimento sbagliato, che mi porto dentro. Ma non possiamo, cerca di capirmi!
Che razza di mostro sarei se mi lasciassi andare e ti coinvolgessi in questa storia? Che padre sarei?"
L'abbraccio di Lloyd si fece più stretto.
" Non dirmi queste cose come se non avessi una testa per decidere.
E non credere che per me sia solo una semplice cotta."
Fece una pausa, si staccò da Kratos e tornò a fissarlo negli occhi.
" Perchè dovrebbe essere sbagliato, se quello che provo per te non è altro che amore?
Che importa se abbiamo un legame di sangue, io ti amo lo stesso, ti amo dal primo momento in cui sei entrato nella mia vita.
L'amore che provo per te è qualcosa di più del semplice affetto per un genitore."